Fondi residui PNRR: cosa prevede la Direttiva 2025 e come usarli in modo efficace

Fondi residui PNRR: indicazioni, soluzioni e strumenti attivabili

Guida operativa per i soggetti attuatori degli avvisi a lump sum

Il 23 gennaio 2025, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha emanato una Direttiva di indirizzo che fornisce importanti chiarimenti sull’utilizzo delle risorse residue derivanti dall’attuazione delle misure PNRR a “lump sum”.
La Direttiva, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo 2025, si rivolge a tutti i soggetti attuatori che hanno completato con esito positivo gli interventi finanziati attraverso il meccanismo a importo forfettario, indicando i principi da seguire per valorizzare le eventuali somme non spese.

Questa pagina ha l’obiettivo di offrire una lettura sintetica ma operativa della Direttiva, per consentire agli enti locali e agli altri beneficiari di valutare in modo informato e strategico le azioni attivabili.

Cosa si intende per "importi residui"

Con il termine “importi residui” si fa riferimento a quelle somme che il soggetto attuatore ha legittimamente incassato a seguito della positiva asseverazione tecnica e formale da parte del Dipartimento, ma che non sono state totalmente impiegate nelle spese sostenute.
È una condizione che riguarda molti enti che, pur avendo completato correttamente i progetti finanziati, non hanno esaurito l’intero importo ricevuto, generando così una disponibilità residua nel bilancio.

La posizione espressa dalla Direttiva

Il documento chiarisce che tali somme non sono soggette a vincolo di destinazione. Tuttavia, il Dipartimento formula una forte raccomandazione all’utilizzo strategico e coerente di tali risorse per:

  • garantire la continuità dei progetti avviati,
  • aumentarne l’efficacia in termini di impatto e risultati,
  • assicurarne la sostenibilità nel tempo.

L’utilizzo delle risorse residue viene dunque indicato come una buona prassi, coerente con il principio di responsabilità amministrativa e con l’obiettivo generale del PNRR: accompagnare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione in modo duraturo e sistemico.

I principi guida per l’impiego delle risorse residue

La Direttiva individua sei linee guida da tenere presenti per orientare le decisioni degli enti:

1. Prudenza
Le risorse possono essere impegnate solo dopo aver ricevuto effettivamente l’erogazione e aver completato positivamente la rendicontazione del progetto.

2. Massimizzazione degli impatti
Si suggerisce di investire le somme residue in interventi ICT, coerenti con quelli già realizzati, al fine di migliorarne ulteriormente l’efficacia e ampliare la portata dei benefici.

3. Sostenibilità
Si raccomanda di destinare parte delle risorse alla formazione del personale, all’aggiornamento tecnologico e alla manutenzione delle soluzioni già in uso.

4. Comunicazione e trasparenza
Le PA sono invitate a comunicare ai cittadini e agli stakeholder i risultati raggiunti con i progetti finanziati, anche attraverso strumenti digitali come siti istituzionali, portali di trasparenza o campagne informative.

5. Integrazione con altri fondi
Gli importi residui possono essere utilizzati per rafforzare progettualità simili, già finanziate con risorse nazionali, europee o regionali, garantendo coerenza e complementarità.

6. Documentazione e tracciabilità
Pur in assenza di obblighi specifici, è raccomandato documentare l’utilizzo delle risorse, così da dimostrare coerenza e responsabilità nella gestione.

Cosa può fare concretamente un ente con i fondi residui?

Alla luce dei principi sopra indicati, un ente può valutare l’attivazione o il potenziamento dei seguenti interventi:

  • Migliorare il sito istituzionale secondo il modello Designers Italia, per rafforzare l’esperienza digitale dei cittadini.
  • Aggiornare il Portale di Amministrazione Trasparente, allineandolo ai nuovi obblighi ANAC e integrandolo con strumenti di comunicazione.
  • Implementare una piattaforma di whistleblowing certificata, per garantire compliance al D.lgs. 24/2023 e rafforzare la legalità.
  • Attivare una piattaforma di e-procurement, per gestire digitalmente appalti e contratti pubblici.
  • Estendere i servizi digitali al cittadino, tramite moduli online, prenotazioni, segnalazioni e automazione delle istanze.
  • Avviare percorsi formativi per il personale, finalizzati alla gestione autonoma delle piattaforme e alla transizione digitale.
  • Promuovere la trasparenza dei risultati PNRR, attraverso pagine dedicate, infografiche o sezioni informative integrate nei portali esistenti.

Perché agire ora

Molti enti si trovano oggi nelle condizioni ideali per valorizzare fondi già disponibili, senza dover attendere nuovi finanziamenti né affrontare iter di candidatura complessi.
Questa disponibilità residua rappresenta una leva strategica per dare continuità ai processi avviati con il PNRR e per consolidare i risultati ottenuti.

ISWEB offre alle PA soluzioni già pronte all’attivazione, conformi, sicure e pienamente in linea con gli indirizzi della Direttiva, che possono essere avviate senza alcun impatto operativo e con supporto continuo.

Scopri le soluzioni attivabili con ISWEB

Di seguito le soluzioni digitali che meglio rispondono ai criteri di continuità, sostenibilità e coerenza indicati dalla Direttiva. Tutti i servizi sono disponibili in modalità cloud certificata e pronti per l’attivazione in tempi rapidi:

Hai ricevuto fondi lump sum? Non lasciarli inutilizzati.

Prenota una consulenza gratuita con un esperto ISWEB per valutare insieme cosa puoi fare con le risorse residue, in base al tuo stato di avanzamento e agli obiettivi del tuo ente.

PARLA CON UN ESPERTO

Compila il form per maggiori informazioni